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I primi permessi per fare sesso in carcere

​Nel febbraio 2025, le carceri di Parma e Terni hanno avviato un cambiamento significativo nel sistema penitenziario italiano, introducendo spazi dedicati ai colloqui intimi tra detenuti e i loro partner. Questa iniziativa rappresenta una svolta storica nel riconoscimento del diritto all’affettività per le persone detenute.​

La decisione è stata presa in seguito a due ordinanze emesse dai magistrati di sorveglianza di Spoleto e Reggio Emilia, che hanno accolto le richieste di due detenuti desiderosi di incontrare le proprie compagne in un contesto riservato. Queste ordinanze rappresentano la prima applicazione concreta della sentenza della Corte Costituzionale del gennaio 2024, la quale ha dichiarato illegittimo il divieto di incontri privati per i reclusi non sottoposti a regimi di alta sicurezza. ​

A Terni

A Terni, il magistrato di sorveglianza ha ordinato alla direzione del carcere di predisporre, entro due mesi, una stanza dedicata ai colloqui intimi, superando le precedenti obiezioni legate a “criticità organizzative”. Analogamente, nel carcere di Parma, è stata emessa un’ordinanza simile, imponendo l’allestimento di spazi adeguati per garantire la privacy dei detenuti durante gli incontri con i propri partner. ​

La Corte Costituzionale aveva evidenziato la necessità di creare ambienti che riproducessero, per quanto possibile, un contesto domestico, assicurando la riservatezza e sottraendo tali incontri alla vista del personale di custodia e degli altri detenuti. Questo approccio mira a favorire la piena manifestazione dell’affettività, considerata fondamentale per il benessere psicologico e il reinserimento sociale dei detenuti. ​

Queste iniziative segnano un passo importante verso il riconoscimento dei diritti affettivi delle persone detenute in Italia, ponendo le basi per una possibile estensione di tali misure ad altri istituti penitenziari nel paese